Anna Peruzzo Coaching

Confusione mentale: cosa ne fai della spazzatura?

La confusione mentale è spesso la conseguenza della spazzatura mentale che ti ostini a non buttare, è arrivato il momento di fare pulizia esattamente come per l’immondizia di casa… la si butta!

Durante una lezione di yoga, il mio maestro me l’ha rivolta con assoluta calma e uno sguardo intenso.
Mi ha spiazzata. E mi ha lasciata lì, ferma. In ascolto.

“Che cosa ne fai della spazzatura?”

La risposta più ovvia è semplice: la raccogliamo e la portiamo fuori.
Nessuno tiene l’immondizia in casa a tempo indeterminato. Non è igienico, non è piacevole, non è sano.
Svuotiamo i contenitori, dividiamo i rifiuti, eliminiamo ciò che è rotto, inutile, scaduto. Lo facciamo per mantenere pulito, ordinato e abitabile lo spazio in cui viviamo.

E poi, arriva la seconda domanda. Quella che punge un po’ di più.

“E con la spazzatura mentale, cosa fai?”

Già.
Quanti pensieri logori, emozioni stagnanti, sensi di colpa, stanchezze non digerite, lasciamo accumulare dentro di noi?
Quante richieste degli altri continuiamo ad accettare, anche se ci pesano? Quante volte ci sentiamo responsabili di tutto e di tutti — e finiamo per trascurare noi stesse?

Il mondo femminile, lo sappiamo, ha una lunga esperienza nel ruolo di “colei che si occupa di tutto”.
Ma quando diventa automatico, quando ci dimentichiamo di noi, quando tratteniamo per educazione, senso del dovere o paura di deludere…
…beh, è come se accettassimo di tenere sacchetti di immondizia altrui dentro casa.

Eppure nessuno lo farebbe davvero.
Se qualcuno ti porgesse un sacchetto puzzolente dicendoti: “Tieni, occupatene tu”, la risposta sarebbe chiara:
“Hai sbagliato porta. Questa non è roba mia.”

E allora, perché non essere altrettanto chiare con la spazzatura invisibile?

👉 Pensieri che ti fanno sentire inadeguata.
👉 Emozioni che ti ripetono che non sei abbastanza.
👉 Relazioni che non nutrono.
👉 Abitudini che prosciugano la tua energia.

Tutto questo ha forse avuto un senso, un tempo.
Ma ora, forse, è tempo di lasciar andare.


Pulizie di primavera per la mente

Questa metafora, semplice e un po’ ironica, mi ha fatto sorridere.
Ma mi ha anche aperto uno spazio importante: quello della scelta consapevole.

Cosa voglio davvero tenere nella mia mente?
Cosa è ancora utile, e cosa invece è solo un contenitore vuoto?
Dove sto ancora “accumulando”, invece di liberare spazio?

Non serve cambiare tutto.
A volte basta iniziare da un pensiero, da un’abitudine, da una preoccupazione.
Guardarla in faccia.
E chiedersi:
🔹 È mia?
🔹 Mi serve ancora?
🔹 Mi fa bene o è tempo di lasciarla andare?


Una piccola pratica per ridurre la confusione mentale

Ti va di provarci?
Scegli qualcosa — un’idea fissa, un “dovere” che ti pesa, una frase che ti ripeti troppo spesso — e osserva come ti fa sentire.
Decidi se lasciarla andare, come faresti con ciò che non serve più in casa tua.

Un piccolo gesto. Un passo semplice.
Ma anche un atto di amore verso te stessa.
🌿 Perché pulire lo spazio interiore è il primo modo per tornare a respirare.

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